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Durante il lockdown per la pandemia di COVID-19, le vite di milioni di bambini si sono temporaneamente ridimensionate a casa, davanti agli schermi, diventando così maggiormente esposti ai pericoli online.

Se da un lato le soluzioni digitali consentono ai bambini di studiare, divertirsi ed incontrare virtualmente i propri amici, dall’altro è pur vero che non tutti sono in grado di gestire in maniera sicura le esperienze online.

Trascorrendo più tempo su piattaforme digitali, i bambini sono maggiormente esposti a contenuti dannosi diventando così più vulnerabili a sfruttamento sessuale e adescamento online. 

UNICEF, assieme ai suoi partner, sta lanciando una nuova iniziativa per chiedere ai governi e al settore industriale di tenere i bambini al sicuro online. A questo proposito, sono stati individuati dispositivi di sicurezza potenziati volti ad accompagnare genitori ed insegnanti nell’educazione all’online dei propri bambini. 

Durante il lockdown sono state poi implementate diverse azioni con l’obiettivo di arginare i rischi online; i governi, ad esempio, hanno promosso iniziative formative e di sensibilizzazione sulla sicurezza online dei bambini per assicurarsi che ci sia una buona conoscenza dei meccanismi locali di denuncia.

Le scuole invece, hanno investito molto nella promozione e nel monitoraggio di ambienti online sicuri, assicurandosi che i bambini abbiano accesso continuativo a servizi di consulenza.

Infine, i genitori si sono impegnati nell’instaurare un dialogo aperto con i propri figli, definendo regole precise per un utilizzo sicuro ed appropriato di Internet.

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